"...Io appartengo al guerriero in cui la vecchia Via si è unita a quella nuova..."

mercoledì 30 marzo 2011

Ma cos'è la destra, cos'è la sinistra...

Ci aveva pensato lui, il grande Giorgio Gaber, a dare un significato ai due termini più discussi della storia politica del secolo scorso e, dal maggioritario in avanti, anche del quasi ventennio che si sta per completare dall'esordio di Berlusconi nel '94. E' passato tanto tempo dal lancio di quel brano ed anche la destra e la sinistra sono cambiate tanto. Eppure oggi le parole di Gaber mi tornano alla mente dirompenti mentre ci troviamo al nastro di partenza dell'ennesima campagna elettorale per il rinnovo di molte amministrazioni cittadine in Italia e, per quel che ci riguarda più da vicino, per il rinnovo del Comune di Napoli e l'elezione del Sindaco che, probabilmente, darà inizio ad un'altra "satrapia", come è stata quella di Bassolino, che durerà per i prossimi 15 anni almeno.



In queste ore, infatti, incominciano a giungermi in vari modi segnali di "ammiccamento" da parte di candidati già noti, consiglieri uscenti e non, che provano a guadagnarsi nuovamente o per la prima volta un posto nell'assemblea di via Verdi, dove ha sede il consiglio comunale di Napoli. E mentre li ascolto nelle loro "filippiche" incontrandone uno al bar - mentre chiedo all'altro che mi chiama proprio in quello stesso preciso momento al cellulare di contattarmi successivaemnte per vederci in seguito - riscontro le stesse cose descritte da Gaber nella sua memorabile canzone in entrambi i prototipi di candidati nei modi di fare, nei gesti, nelle consuetudini.

L'altro giorno ne ho incontrato uno al bar. E' di sinistra ed è un uscente. Mi dice che ha provato più volte nel corso di questi anni a parlare con Bassolino per fargli cambiare rotta ma non è riuscito nel suo intento. Già, dice di aver parlato con Bassolino. Questo a riprova di quanto abbia contato il ruolo della Sindaca Iervolino nelle scelte e nelle decisioni importanti da prendere per Napoli. Mi racconta che la città è allo sfascio, un disastro, ma la colpa è dell'opposizione di destra che ha ingessato il consiglio comunale in questi anni. Mentre lo ascolto nelle sue "chiacchiere", lo studio nei suoi modi: è vestito bene, ha un giubbino di marca, un Fay che costa fior fior di quattrini. E' un professionista, ama i salotti e le "buone frequentazioni" in ambito professionale, in particolare quelle vomeresi e posillipine le zone "inn" della nostra città. Al piende ha un bel paio di Tod's. Ma che fa, d'altro canto anche Della Valle è di sinistra, no? Sotto al braccio ha una copia de "La Repubblica" che non leggerà, ma fa tendenza per uno di sinistra. "Che vuoi che ti dica - mi fa - non trovo mai il tempo di leggere la rassegna stampa che è molto importante per uno che sta in politica come me"! Qualche accenno alla Libia. "Porca puttana, ma come si fa a dire che li dobbiamo respingere perchè non sono rifugiati politici ma immigrati, clandestini, come dice il leghiesta Maroni"? Chissà cosa direbbe se il partito gli chiedesse di inserire nel programma della sua campagna elettorale la proposta di accogliere al Vomero o a Posllippo, i quartieri frequentati da molti dei professionisti che lo votano, una parte dei profughi tunisini o libici approdati in queste ore a Lampedusa. Mi parla, quindi, di buoni propositi per la prossima legislatura, di idee, della volontà di restituire dignità al centro sinistra napoletano dopo la triste vicenda delle primarie del Pd. Mi spiega che Morcone - il candidato sindaco scelto "democraticamente" da Roma per salvare la faccia dopo i presunti brogli di Cozzolino e le polemiche sollevate dai suoi detrattori, primo su tutti Ranieri arrivato secondo - è "uno che è stato sempre lontano dalla politica" e che è l'uomo ideale per gestire il momento. "Non vincerà mai contro Lettieri - conclude un pò ironizzando - ma è l'uomo giusto per non bruciare uno di noi che si fa il mazzo da una vita sul territorio".

Qualche ora dopo, nei pressi del consiglio regionale al centro direzionale, ne incontro un altro. Quello che mi aveva chiamato poco prima al cellulare mentre ero con il suo avversario al bar. E' di destra ma è un nome nuovo, uno di quelli che si candida come consigliere la prima volta. Bhè, tanto nuovo in fin dei conti non è visto che in famiglia prima di lui diversi hanno avuto esperienze politiche. E' un giovane, brillante professionista, ben vestito con un abito gessato e un seguito di due o tre "lacché" ai quali avrà promesso il ruolo di portaborse se eletto. So già la fine che faranno quei disperati al suo fianco una volta divenuto consigliere comunale. Mi parla dell'urgenza di salvare Napoli dallo sfascio di 15 anni di centro sinistra nel corso dei quali le "lobbies" bassoliniane hanno rastrellato risorse e fondi da dare a società vicine, magari costituite ad hoc, togliendo energie per i bisognosi, i più deboli, i precari, i lavoratori. Si infervora mentre espone le sue farneticazioni da copione già letto e agita le braccia, mettendo in bella mostra il suo Rolex. Ne vidi uno simile l'estate scorsa nella vetrina di una gioielleria di un posto di mare, una località per ricchi come lui nella quale ero solo di passaggio: costo al pubblico 7,450.00 €! Mi ha invitato alla presentazione della sua campagna elettorale che si svolgerà nei prossimi giorni in un noto albergo della provincia dove, in perfetto stile "di destra" ai bordi di una lussuriosa piscina, darà un party per i suoi sostenitori. Se ci penso, però, anche quello di sinistra mi ha invitato ad una "festa elettorale", senza piscina certo, ma pur sempre a base di lusso e fasti. Che strano, tutt'un tratto destra e sinistra non mi sembrano poi tanto diverse. Ma torniano all'aspirante consigliere di destra. Gli ho risposto che non ci sarei andato per i troppi impegni. Mi ha lasciato un pò di materiale elettorale. Anche questo mi critica il suo candidato sindaco: "Lettieri? Passerà tutto il suo tempo a Roma da Silvio a fare affari". Ed aggiunge, mentre sale sul sedile posteriore della sua berlina da 70 mila euro guidata da uno dei suoi aspiranti portaborse: "la vera destra, quella sociale, starà al fianco della gente che soffre, per le strade della nostra Napoli e la loro voce in consiglio comunale sarà la mia!" E poi scappa via "a far voti"!

Uno come me che, per il suo lavoro, ha a che fare quotidianamente con il bisogno di occupazione e di assistenza dei precari, dei lavoratori, dei disabili è un ghiotto bottino per uno come questi due candidati che ho incontrato nei giorni scorsi. Avermi dalla loro parte, per entrambi, significa potenzialmente entrare in contatto con centinaia di lavoratori e precari che sono al contempo elettori del Comune di Napoli, ai quali poter stringere la mano promettendo di farsi carico del problema della pensione della suocera, del mancato riconoscimento della invalidtà del fratello e, in certi casi, di pressare col proprio ruolo una volta eletto l'azienda della quale la persona è dipendente per le mancata promessa di assunzione a tempo indeterminato o per accelerare una svolta nella carriera che tarda ad arrivare. Questi personaggi, d'altro canto, sono gli stessi che certe aziende si affannano ad invitare nelle proprie sedi operative durante la campagna elettorale per fargli incontrare i lavoratori, in certi casi costretti 'ob torto collo' ad assistere senza fiatare. Come meravigliarsi se questi personaggi ambiscono ad accalappiare una preda come me che, seppur con ruoli differenti, ha alla stessa stregua delle aziende contatti quotidiani con centinaia di lavoratori e con i problemi loro e delle loro famiglie?

Potrei raccontare tanti altri episodi ed anticipare incontri che avrò nei prossimi giorni, descrivendo situazioni simili a quelle che migliaia di napoletani come me hanno vissuto e vivranno ancora fino alla fine di questa ennesima 'giostra della falsità e dell'inganno' chiamata campagna elettorale. Potrei fare la mappa delle aziende che conosco che si affretteranno ad ospitare il "parolaio di turno" per evitare di essere tagliate fuori dal sistema una volta passato il momento elettorale. Potrei finanche descrivervi cosa accadrà il giorno del voto visto che l'ho già vissuto per tutte le precedenti elezioni. Il candidato, sia quello uscente di sinistra che l'aspirante di destra, sfoggerà il meglio di se piazzandosi nell'orario di maggiore affluenza dinanzi al seggio dove crede di avere il maggiore radicamento di consensi. E lì sarà un tourbillon di baci, abbracci e incontri al bar per il caffè durante i quali come un'icona, una star del cinema o dello sport dispenserà sorrisi e strette di mano con le quali vorrà far intendere di aver sugellato con ogni elettore o petenziale tale un patto d'acciaio che lo legherà a lui per sempre. Una volta eletto, poi, il solito copione: scomparirà nel nulla per cinque anni e...chi si è visto si è visto!

Mi verrebbe voglia di emulare il mitico Monty Brewster che, nella memorabile pellicola "Chi più spende più guadagna" - storico film degli anni '80 con Richard Pryor che ha segnato l'adolescenza di molti di noi - proponeva di votare "Nessuno dei suddetti". Alla fine, come ho sempre fatto, una scelta la farò perchè - come mi ha ricordato un amico e collega proprio stamattina - voglio continuare a crederci e penso che, con passione e volontà, alla fine qualcosa cambierà e sono fermamente convinto che ci sia ancora, in questa città, qualcuno che ci metta 'mente cuore e passione' nella politica, come da sempre faccio io.

E mi vengono in mente ancora le parole di Giorgio Gaber: "...l'ideologia, malgrado tutto credo ancora che ci sia...è la passione, l'ossessione della tua diversità che al momento deve è andata non si sa...è il continuare ad affermare un pensiero e il suo perché con la scusa di un contrasto che non c'è... e se c'è chissà dov'è? E, d'altro canto, sempre Gaber dice anche: "...la libertà non è star sopra un albero, non è neache avere un'opinione, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione...



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