"...Io appartengo al guerriero in cui la vecchia Via si è unita a quella nuova..."

venerdì 7 ottobre 2011

Stay hungry. Stay foolish...Ciao Steve!

Ciao Steve!


E alla fine se ne andato pure lui, Steve Jobs, il grande ideatore e fondatore della Apple che ha saputo con le sue idee rivoluzionare il mondo dell’informatica e della tecnologia.

Mi sono commosso, devo dire, pur non avendo mai avuto il piacere ovviamente di conoscere o incontrare di persona un simile personaggio e pur non avendo mai avuto tra le mani un iphone, quando ho saputo la notizia della morte di questo grande uomo del nostro tempo.

A dire il vero qualche prodotto Apple tra le mani l’ho avuto nella mia esperienza lavorativa.
Ricordo di aver imparato come si scrive un articolo usando un Pc Mac attraverso il programma Xpress quando ero un giovane praticante giornalista “abusivo” negli anni ’90 al Roma, il quotidiano che fu di Pinuccio Tatarella, altra brillante mente dei nostri tempi anch’Egli scomparso prematuramente a causa del cancro. Quindi, venendo ai nostri giorni, ho avuto modo di apprezzare un prodotto Apple, forse il più famoso prima del successo di iphone e ipad: un ipod, bellissimo, piccolo e avveniristico, sempre attuale nonostante sia Apple che altri competitors abbiano provveduto a creare nuovi e fantastici lettori di musica in formato digitale, di colore verde speranza.

Già, la speranza. Steve Jobs di speranza nella sua vita ne ha avuta tanta, ma proprio tanta davvero. Ribadisco, non ho mai seguito la vicenda umana e professionale di questo grande personaggio ma mi è bastato ieri per la prima volta ascoltare il suo discorso all’Università di Stanford nel giugno del 2005 dinanzi ad una folta platea di studenti laureandi, nel corso proprio della cerimonia della consegna delle pergamene ai nuovi “graduates”, per capire tante cose e sentire come se fosse un fratello maggiore conosciuto da sempre un uomo che, invece, non ho mai incontrato. Steve, nel suo discorso ai nuovi dottori dell’Università californiana, ci ha insegnato molto di più sulla vita e sui valori da avere a mente che non se avesse tenuto una lezione di informatica o di gestione manageriale. In quelle tre storie dai risvolti profondamente drammatici che hanno caratterizzato la sua esistenza, Egli con pacatezza e serenità si mette a nudo e ci fa comprendere come un uomo potente, ricco e famoso possa venire fuori dal nulla come è accaduto a lui e ci insegna ancor di più il valore della fede e quanto valga la forza di volontà in un uomo.

Tante cose mi hanno colpito di questo suo intervento che, d’ora in avanti, entra a far parte a pieno titolo della mia personale collezione di discorsi, frasi celebri e citazioni che utilizzo come punti di riferimento per la mia attività e, più in generale, per la mia vita.
Ma sono due le cose, oltre a quelle citate, che mi hanno impressionato.
Mi ha profondamente segnato il passaggio del suo intervento nel quale Egli spiega ai giovani laureati che si apprestano a diventare la nuova classe dirigente statunitense che il tempo a nostra disposizione su questa terra è poco, molto poco e noi tutti non dobbiamo sprecarlo a “vivere la vita di qualcunaltro”. La seconda cosa che mi è rimasta impressa è la frase conclusiva che racchiude in se tutto il suo testamento morale, che lascia non solo a chi come lui e come gli studenti di Stanford ha vissuto e aspira a vivere una vita manageriale. Egli, con quelle due esortazioni finali che suonano come un motto, parla all’umanità e ci dice: “Siate affamati. Siate folli”. Che cos’è in fina dei conti la vita se non una incomprensibile corsa verso una meta ignota a tutti? E, come l’atleta nella sua tensione al traguardo ha fame di successo e di energia per poter proseguire la sua corsa, così l’essere umano non deve fermarsi mai e tendere sempre più al raggiungimento dei propri traguardi avendo fame di vita e di novità, ed avendo in questo modo anche un po’ di sana follia. D’altro canto, come si dice, solo chi è veramente “scientemente folle” può davvero correre il rischio di cambiare il mondo.

Ulteriori parole sarebbero superflue. Lasciamo che sia proprio Steve a parlarci, come un mentore che da uno sconosciuto aldilà ci fa giungere forte e chiaro il suo messaggio: “Non mollate mai!”

Ciao Steve, quanto avrei voluto conoscerti per rubare un po’ della tua saggezza.
Ma oggi mi sento come se ti avessi conosciuto da sempre!

Con la Grinta di Sempre,
 
Gigi Mercogliano
                                                                    In Memory of Steve Jobs...
 

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