"...Io appartengo al guerriero in cui la vecchia Via si è unita a quella nuova..."

martedì 24 maggio 2011

Sciopero a Sky, nel call center spente le cuffie contro la delocalizzazione in Albania e Croazia

Sciopero a Sky, nel call center spente le cuffie.
Con questo titolo ad effetto mi imbatto oggi su Facebook nel comunicato stampa che i colleghi della Rsu Sky Uilcom Uil della Sardegna hanno diramato a mezzo stampa per informare l'opinione pubblica sulla riuscita dello sciopero indetto come forma di protesta contro la decisione di Sky di delocalizzare in Albania e Croazia le attività di customer care in outsourcer che il Gruppo del magnate americano Murdoch ha deciso di mettere in atto. Con questa operazione architettata sulle spalle dei lavoratori, di fatto l'Italia verrebbe privata di un'importante attività che occupa centinaia di giovani non solo in Sardegna, ma anche nel resto delle sedi Sky disseminate sull'intero territorio nazionale.
Una prassi già nota quella della delocalizzazione, che molti hanno adottato già in passato in altri settori merceologici e che, nel segmento imprenditoriale dei call center, mette a rischio non solo i lavoratori di Sky, ma anche quelli di Teleperformance e di tutti gli altri outsourcer che operano sul territorio del nostro Paese, che potrebbero essere attratti dalla prospettiva di guadagnare senza riconoscere giusti salari, tutele e diritti ai lavoratori e, consa non secondaria, senza l'obbligo di doversi confrontare con i sindacati.
Esprimo, a nome della Uilcom Campania e dei colleghi di tutti i call center in outsourcing della nostra regione, la massima solidarietà all'iniziativa dei colleghi di Sky Italia, auspicando che al più presto possa essere celebrata una giornata di mobilitazione nazionale, magari non solo per il settore dei call center, contro il fenomeno della delocalizzazione del lavoro in paesi meno sviluppati e, per questa ragione, interessati ad attrarre investitori promettendo paradisi fiscali, assenza di regole e retribuzioni da fame.

Con la Grinta di Sempre,

Gigi Mercogliano


SEGUE COMUNICATO RSU UILCOM SKY SARDEGNA

Oltre l'ottanta per cento dei lavoratori del call center Sky di Sestu ha aderito allo sciopero indetto da Cgil, Cisl e Uil. Gli operatori di tutte le attività, inbound e outbound, non hanno messo le cuffiette, né accesso i computer per offrire assistenza ai quasi 5 milioni di abbonati italiani della Tv di Murdoch. Lo sciopero indetto era nazionale. Una mobilitazione della cosiddetta filiera a difesa del contratto e dell'occupazione, che ha visto la serrata anche nei call center di Milano, Roma e Palermo.
«Siamo preoccupati perché vogliamo che venga tutelata una delle più grandi realtà produttive sarde, con 1200 dipendenti. Negli ultimi due anni c'è stata una politica silente ma di chiara delocalizzazione delle attività lavorative verso outsourcer che offrono assistenza meno qualificata. È preoccupante che venga dirottato fuori dai confini italiani il traffico telefonico, come in Albania e Croazia, dove il lavoro è pagato dieci volte meno. E ciò a discapito della clientela. I progetti di investimento per una nuova sede che accogliesse in maniera più confacente i lavoratori che ora stanno in un vecchio capannone riattato a call center, si sono arenati e l'azienda non è stata in grado di garantire alcuna prospettiva di crescita e sicurezza per il futuro di tanti giovani sardi», hanno spiegato Andrea Angius, Andrea Melis, Vittorio Rundeddu e Fabrizio Obino dell'Rsu Uilcom-Uil Sky. «Siamo molto soddisfatti di come sia andata la giornata, abbiamo presidiato i cancelli dalla mattina, erano presenti tutte le sigle sindacali e tutti i rappresentanti Rsu. Già dal primo turno le adesioni erano veramente tante», ha detto Antonello Marongiu, rappresentante sindacale Sky di Slc-Cgil. «Ci sono stati anche picchi dell'ottantacinque per cento. Ora aspettiamo di conoscere la posizione dell'azienda».


Alcuni colleghi di Sky Sardegna durante un momento della manifestazione di sciopero


Articolo e foto liberamente tratti dal profilo Facebook del gruppo "Uilcom Sardegna Rsu Sky". L'articolo è a cura della collega Maura Pibiri de "L'Unione Sarda"