"...Io appartengo al guerriero in cui la vecchia Via si è unita a quella nuova..."

venerdì 30 luglio 2010

INTIMAZIONE DI SFRATTO ALL'EDENLANDIA ED ALLO ZOO DI NAPOLI. INTERVENTO DELLA UILCOM COL SINDACO ROSA IERVOLINO RUSSO


COMUNICATO STAMPA


INTIMATO LO SFRATTO ALL’EDENLANDIA ED ALLO ZOO DI NAPOLI. TAGLIALATELA - UILCOM-UIL, SCRIVE AL SINDACO IERVOLINO: A RISCHIO CENTINAIA DI POSTI DI LAVORO OLTRE ALL’INDOTTO. NAPOLI PERDEREBBE LA SUA VOCAZIONE DI METROPOLI EUROPEA” !



“La Uilcom-Uil Campania esprime grande preoccupazione per la notizia del recapito, da parte dell’Ufficiale Giudiziario, dell’intimazione di sfratto alla società Parks & Leiusure che gestisce l’area di divertimento e di attrazioni di Edenlandia e lo Zoo di Napoli”.

Ad affermarlo è Massimo Taglialatela, segretario generale della Uilcom-Uil Campania che, in una nota, ribadisce:

“La vertenza tra l’Ente Mostra d’Oltremare e la Parks & Leisure è storia vecchia. E’ la storia dello stesso copione che si ripete da anni e che vede il susseguirsi di scelte sbagliate da parte delle amministrazioni comunali, che da sempre provano a dare la spallata decisiva per togliere da Napoli e da Fuorigrotta anche l’ultimo avamposto di svago e cultura che ancora regge in questa città martoriata e che è rappresentato dal parco dei divertimenti dei Edenlandia e dallo Zoo di Napoli. E questo – spiega il sindacalista – per trasformare l’intera area chissà in quale progetto ambizioso che, come spesso accade, rischia se non ben commisurato alla realtà locale di finire per deturpare l’ambiente e non produrre effetti significativi sull’economia di Fuorigrotta e di Napoli. Chiudere l’Edenlandia e lo Zoo significa privare Napoli di una vocazione europea, visto che tutte le grandi Metropoli d’Europa, da Berlino a Madrid, da Copenaghen a Praga, da Parigi a Roma, hanno nel proprio perimetro cittadino entrambe le aree. Privare i bambini di Napoli di aree di divertimento come Edenlandia significa privarli dei sogni. Togliere loro poi – aggiunge Tagliatatela – anche aree di cultura e studio della natura e degli animali come lo Zoo significa privarli di conoscenza e far fare a Napoli ed ai napoletani un passo indietro nella storia. A questo si aggiunga il grave fardello occupazionale le cui ricadute, in un momento delicato per Napoli e la Campania e di crisi economica internazionale, avrebbero forti ripercussioni sull’economia cittadina e regionale. Come Uilcom – conclude il sindacalista – ci schieriamo da subito al fianco di Cesare Falchero e dei suoi dipendenti, per difendere un patrimonio di Napoli e dell’Italia tutta e chiediamo all’onorevole Sindaco di Napoli Rosa Iervolino Russo di attivare da subito un tavolo per scongiurare la crisi e salvare Edenlandia e lo Zoo di Napoli”!

Massimo Taglialatela è infatti intervenuto prontamente nella vicenda scrivendo al Sindaco di Napoli On.Rosa Iervolino Russo per chiedere l'immediata apertura di un tavolo di confronto per scongiurare la crisi di Parks & Leisure, società che gestisce il parco divertimenti di Edenlandia e lo Zoo di Napoli, dopo aver appreso dai vertici societari e dai lavoratori del recapito dell'intimazione di sfratto da parte dell'Ufficiale Giudiziario a seguito dell'azione giudiziaria intrapresa dall'Ente Modtra D'Oltremare, concessionaria dei suoli da parte del Comune di Napoli.

Sulla vicenda ha scritto al Sindaco anche il consigliere comunale del PD Emilio Di Marzio, sostenendo l’iniziativa della Uilcom-Uil e chiedendo al Primo cittadino di Napoli di dar seguito con tempestività alla richiesta di confronto pervenuta dai lavoratori e dalla società di Fuorigrotta per tramite dell’Organizzazione sindacale di categoria.


Napoli, 30 luglio 2010
 
L'Ufficio Stampa
 
 
SEGUE LETTERA ALL'ONOREVOLE ROSA IERVOLINO RUSSO
SINDACO DI NAPOLI
 
Egregio Sindaco,


La vertenza tra l’Ente Mostra d’Oltremare e la Parks & Leisure è storia vecchia.

E’ la storia di conflitti e contrasti, divergenze di natura politica e sociale, veti e pareri contrari che, se non governati in tempo, possono mettere a serio rischio il futuro commerciale di una città e i posti di lavoro di centinaia di lavoratori.

In questi giorni alla società Parks & Leisure – che gestisce il parco divertimenti di Edenlandia e lo Zoo di Napoli – ha fatto visita l’ufficiale giudiziario per notificare l’intimazione di sfratto entro il mese di settembre prossimo. Questa ipotesi taglia le gambe alla società che, non intravedendo un futuro sull’area dei suoli di pertinenza dell’Ente Mostra d’Oltremare, potrebbe pensare di dismettere le proprie attività nel comprensorio di Fuorigrotta per andare altrove.

L’idea di togliere da Napoli e da Fuorigrotta anche l’ultimo avamposto di svago e cultura che ancora regge in questa città martoriata e che è rappresentato dal parco dei divertimenti dei Edenlandia e dallo Zoo di Napoli è un’ipotesi che ci lascia impietriti al solo pensiero.

Chiudere l’Edenlandia e lo Zoo, inoltre, significa privare Napoli di una vocazione europea, visto che tutte le grandi Metropoli d’Europa, da Berlino a Madrid, da Copenaghen a Praga, da Parigi a Roma, hanno nel proprio perimetro cittadino entrambe le aree. Privare i bambini di Napoli di aree di divertimento come Edenlandia significa privarli dei sogni. Togliere loro anche aree di cultura e studio della natura e degli animali come lo Zoo significa, ancora, privarli di conoscenza e far fare a Napoli ed ai napoletani un passo indietro nella storia. A questo si aggiunga il grave fardello occupazionale le cui ricadute - in un momento delicato per Napoli e la Campania e di crisi economica sotto gli occhi di tutti - avrebbero forti ripercussioni sull’economia cittadina e regionale.

Come Uilcom ci siamo da subito schierati al fianco di Cesare Falchero e dei suoi dipendenti, per difendere un patrimonio di Napoli e dell’Italia tutta e far in modo che nell’intera area si possano portare nuove idee che, partendo da ciò che già esiste, portino sempre più visitatori anche da fuori Provincia – e, perché no, da fuori Regione - a visitare le aree di divertimento e natura dell’Edenlandia e dello Zoo di Napoli.

Le rivolgiamo, Onorevole Sindaco di Napoli, un accorato appello affinché si adoperi al fine di attivare da subito un tavolo di confronto per scongiurare la crisi e salvare Edenlandia e lo Zoo di Napoli dalla chiusura inevitabile, convinti come siamo che la Sua Altissima Responsabilità civile e politica La spronerà ad agire con volontà e rapidità per il bene comune, nell’interesse di Napoli e dei Napoletani.


Napoli, 30 luglio 2010

Il Segretario Generale

Massimo Taglialatela

venerdì 23 luglio 2010

Il Sindacato che invia una lettera di contestazione ad un'azienda? Anche questo succede quando a fare sindacato sono le donne e gli uomini della Uilcom Campania!

LETTERA DI CONTESTAZIONE ALL’AZIENDA ASSIST


Nei giorni scorsi si è consumato un fatto che giudichiamo gravissimo e lesivo di ogni principio di libertà personale.

L’azienda Assist ha notificato una lettera di contestazione ad un lavoratore per accadimenti avvenuti fuori dall’orario di lavoro e fuori dai locali aziendali ed unicamente sulla base di fatti rapportati da altri lavoratori, anch’essi al di fuori del proprio orario di lavoro ed anch’essi non in azienda.

Sembra una storia di spionaggio invece è la sconcertante realtà!

Secondo l’azienda un lavoratore che non è in turno può comunque “porre in essere comportamenti finalizzati a trarre un personale beneficio a danno dell’azienda” e questi comportamenti sarebbero stati riportati da chi si sente “assistente di call center” anche quando gode di un congedo a carico dello stato e quindi è soltanto un libero cittadino.

L’azienda ha commesso due gravissimi errori: il primo consiste nel aver contestato un lavoratore senza che questo abbia contravvenuto minimamente ad nessuna regola sancita dal contratto e dalle leggi, ma soltanto perché nel suo tempo libero si dedicava a cose di suo gradimento; il secondo, ben più grave, espone l’assistente di Call Center, menzionandolo nella missiva consegnata al lavoratore, senza preoccuparsi del fatto che questa è una vera e propria violazione della privacy passibile di denuncia penale .

Ci chiediamo se l’Azienda si rende conto che il rapporto di lavoro impegna entrambe le parti al rispetto di regole sancite dal contratto unicamente nell’esercizio dell’attività lavorativa al di fuori della quale ogn’uno è libero di fare ciò che ritiene opportuno.

Crediamo che l’azienda faccia bene a preoccuparsi di cose ben più gravi di dove trascorre il proprio tempo libero e con quali indumenti un lavoratore, come ad esempio chi, vestito d’autorità, si arroga il diritto di schernire in pubblica piazza i propri colleghi di lavoro commentando il loro operato dopo aver ascoltato le registrazioni vocali.

Napoli 23 Luglio 2010


La Segreteria Regionale UILCOM Campania

giovedì 15 luglio 2010

Un momento di crisi: ma la Uilcom non demorde!


La Uilcom non demorde. Anzi, lotta quotidianamente contro un sistema di cose che impazza nelle Telecomunicazioni e che va inverito, o se preferite, "sovvertito"!

Utilizzo il blog ormai da mesi e credo di poter trarre un primo positivo bilancio: questa esperienza, nata più per gioco che non per altro, sta diventanto un utile strumento per i lavoratori e per gli addetti ai lavori per conoscere ed essere informati su tutto quanto accade nelle Telecomunicazioni. Oltre 2000, dall'inizio ad oggi, sono stati i contatti che settimanalmente cliccano mentecuorepassione per essere informati sulle mia attività sindacali, sull'attività della Uilcom-Uil regionale e nazionale e anche per "spiare" - una pratica molto in voga in questo ambiente - le mie "mosse", o più semplicemente per sapere che "aria tira" nel nostro mondo Uil.

E noi non ci tiriamo indietro. Consapevoli anche del fatto che se ci seguono non solo gli "amici" ma anche "gli altri", vuol dire che stiamo lavorando bene. E noi stiamo lavorando bene, molto bene.
E i risultati si vedono e come!

Basti pensare ai successi raggiunti in realtà come Assist, Ippodromo di Agnano e Agnano Service, Parks and Leisure (Edenlandia e Zoo di Napoli), dove la Uilcom è ampiamente il primo sindacato sia come Rsu elette, sia in termini di iscritti.
Ma come dimenticare la storica vittoria alle elezioni nel comprensorio Rai di Napoli, dove il "blocco sessantottino", formato dalle organizzazioni della sinistra massimalista, arretra per fare spazio in termni di favori tra i lavoratori alla corsa inarrestabile delle forze moderate e riformiste guidate dalla Uilcom che diventa, dopo anni di dominio delle sinistre, la prima compagine sindacale come Rsu ed Rls elette ed il primo sindacato in termini di consensi e iscritti tra i lavoratori.

Nei call center significative sono state le affermazioni della Uilcom-Uil alle elezioni Rsu/Rls di Vodafone e Wind ed alle elezioni per il Cral Tlc che comprende queste aziende.
Importante è stato il risultato elettorale in Telecontact Center - dove di recente i lavoratori sono stati impegnati anche nel cambio di sede - che ha visto un successo significativo della compagine Uilcom e delle Rsu uscenti.

Buona è stata la tenuta per Almaviva, dove bisognerebbe fare un discorso a parte che, in questa sede, non affronto per questioni di opportunità, lasciando a Giorgio Barca, Massimo Siragusa e Carmen Caliendo la cura e la gestione di questa realtà essendo loro la titolarità del ruolo Rsu. Mi limito a citare qui le oltre 50 vertenze per la gestione della vicenda dei somministrati precari storici che la sola Uilcom ha patrocinato per il diritto al posto di lavoro di questi colleghi che da anni sudano e si smazzano in cuffia e che, di recente, si sono visti dare "il ben servito" dall'azienda per fare posto a qualche consigliere municipale "amico degli amici".

Significative sono state, quindi, in questi primi 5 mesi dal congresso del febbraio 2010 le mobilitazioni per il Teatro di San Carlo di Napoli e per il Teatro Trianon Viviani di Napoli, per protestare contro il taglio indiscriminato al Fus (Fondo unico per lo Spettacolo) da parte di un Governo poco attento alla cultura e per sostenere la giusta battaglia per il rilancio del Teatro del Popolo di Forcella messa in campo dai lavoratori in difesa non solo del proprio posto di lavoro, che è oviamente "sacrosanto", ma anche di quello che è e deve rimanere l'unico avamposto di legalità e cultura nel quartiere abbandonato di Forcella!

Altro significvativo fronte di mobilitazione è stato quello per protestare contro la manovra finanziaria, che propone tagli indiscriminati agli stanziamenti alle regioni che avranno effetti devastanti sulla Sanità ed in particolare sul Mezzogiorno. La Uil e la Uilcom sono scese in piazza il 14 luglio - data signficativa per la Storia (!!) - per protestare contro una manovra e gridare al Governo "NON MANOVRATECI!" e le foto qui di seguito testimoniano questo impegno della nostra categoria a sostegno della iniziative della Uil Campania e del suo segretario generale Anna Rea:



Ovviamente non si può tralasciare un commento sulla vertenza Telecom Italia, il più grande gruppo delle Tlc che da anni ha inziato una "scellerata" azione di smembramento della forza lavoro su scala nazionale, con forti e pesati ricadute occupazionali in Campania ed un preoccupanete disimpegno commerciale e di business operativo sui mercati internazionali, dove sta pian piano lasciando spazio agli investimenti di altri operatori emergenti a livello mondiale.
Nelle ultime settimane il gruppo guidato da Bernabè ha annunciato ulteriori tagli al pesonale ed ha avviato le procedure di licenziamento collettivo per più di 3000 lavoratori su scala nazionale - molti dei quali vivono e lavorano nella Regione Campania - ai quali se ne dovrebbero aggiungere altri dopo il 2011.
La mobilitazione compatta delle OO.SS. ha fatto sì che l'azienda, visto anche l'intervento del Ministro Sacconi, facesse dietrofront sull'annunciato provvedimento, ritirandolo nella tarda serarta del 14 luglio.

Anche qui la Uilcom Campania, lavorando a stretto contatto con Salvo Ugliarolo segretario nazionale Uilcom con delega alle Tlc, ha fatto la sua parte.
Grazie al nuovo sistema di comunicazione stampa messo in piedi dalla segreteria regionale Uilcom, infatti, sulla vicenda tutti i giorni sono uscite sui giornali e sui principali media on line le dichiarazioni di Massimo Taglialatela, segretario generale Uilcom Campania, che hanno fatto sentire all'azienda ed all'opinione pubblica la voce della nostra Organizzazione sindacale.

Insomma, noi non demordiano: andiamo avanti con la nostra grande Uilcom senza paura, sapendo che il percorso sarà sempre più in salita ma sapendo anche che "Dove c'è una grande volontà, non possono esserci grandi difficoltà"!

Con la grinta di sempre,

Gigi Mercogliano

lunedì 12 luglio 2010

Waka Waka e Vuvuzela: cosa resta di un mondiale? Fifa 2010 come l'ho visto io...

Questo Mondiale sudafricano l'ho vissuto in maniera distaccata. E non perchè l'Italia ha fatto la sua "bella figura", no di certo.
Il fatto è che, crescendo, cambiano tante cose e capita di renderti conto che ogni anno che viene non è mai come quello appena passato.
Gli ultimi mondiali che ho vissuto veramente con passione e trepidazione sono per me stati anche i primi mondiali della mia vita. Nell'82, infatti, ancora bambino avevo quella gioia tipica di quell'età e l'emozione di vedere vincere i miei colori nazionali al Santiago Benabeu fu tanta, così come grande è stata l'indifferenza per questa amara e prematura - benchè ampiamente prevista - eliminazione dai mondiali 2010 della nostra nazionale.

Che paradosso, se ci penso: i mondiali che più ho vissuto intensamente sono stati quelli di ventotto anni fa in Spagna e proprio agli spagnoli, 28 anni dopo, restituiamo questa coppa tanto ambita...


...e mentre Fabio alza la coppa per l'ultima volta prima di consegnarla agli spagnoli, io simbolicamente ieri sera ho restituito loro quella felicità che proprio dalla loro terra ebbi in dono come tutti noi nell'estate dell'82, proprio la sera dell'11 luglio, il giorno del mio compleanno!

Cosa resta, dunque, di un mondiale?
A noi italiani resta davvero ben poco. Mentre in terra sudafricana, infatti, andava in scena l'ennesimo atto del calcio moderno, fatto di tattiche e ben poche virtù non solo calcistiche, in terra italica andava in scena il solitono teatrino mediatico della politica, con i guai che sono sotto gli occhi di tutti, in un Paese che tanto bello più non è e che non fa altro che girare attorno ai problemi, senza affrontarli e senza risolverli mai.
Che tristezza!

Ma, tornando a questo mondiale - povero di contenuti calcistici se si pensa al fatto che le due finaliste hanno praticato un calcio pieno di tatticismi e privo di fantasia - qualcosa di buono da cui trarre spunti di riflessione l'ho comunque colto. Soprattutto negli scatti, liberamente tratti dalla rete.

Come quello che ritrae l'esultanza di Andres Iniesta, immortalato in questa foto mentre scarica tutta la sua "tensione mondiale" dedicando il gol che vale la finale all'amico e collega Daniel Jarque González, difensore dell'Espanyol scomparso prematuramente per un malore l'8 agosto del 2009:



A questa foto fanno eco tutte le immagini del meraviglioso pubblico africano, accorso numerosissimo al richiamo dello storico leader Nelson Mandela e sempre gioioso, pur nella sconfitta dei suoi "Bafana Bafana", fiero della propria storia e orgoglioso di ospitare il mondo intero nel proprio continente:

    

a questi amici africani va tutta la mia gratitudine per averci regalato un mondiale "colorato" e pieno di suoni e... vuvuzelas!

Ma questo mondiale sarà ricordato anche per una serie di cose importanti che sinteticamente voglio qui elencare.
Innanzitutto sarà ricordto per il pallone Jabulani, attorno al quale si è diramato il mito negativo delle "false traiettorie", chissà quanto messo in giro per verità e non per una geniale trovata commerciale:

Sta di fatto che questo mondiale sarà ricordato anche per le papare dei portieri, forse ingannati proprio dalle traiettorie imprevedibili di Jabulani? Su tutte, quella di Robert Green, portiere dei Boys di Fabio Capello, che attonito guarda infilarsi in rete il pallone del goal subito dagli Usa:



...e lo sguardo di Mr.Capello sembra dire "te lo do io sto Jabulani"!

Ma questo è stato anche il mondiale dei grandi ritorni.
Come quello del grande Diego Armando Maradona, "El pibe de oro", in veste di coach degli argentini:


Il Rosario nella mano come porta fortuna non ha funzionato contro i Panzer Tedeschi per Mr.Diego che avrà pensato:


"ah se potessi scendere in campo io con la mia 'mano de Dios'"!

E, rimandendo in tema di ironia, quella degli italiani pur nella sconfitta non è mancata per niente.


Questo gruppo di tifosi sugli spalti, infatti, sembra voler suggerire all'italia calcistica: "Ci rifaremo negli sport acquatici"! D'altro canto, non siamo forse noi il Paese dei poeti e dei naviganti?
E qualcuno, in barba ad un'intera nazione delusa ed ancora a sudare sui posti di lavoro e nelle fabbriche, sembra averli presi in parola:


Il Mondiale 2010 sarà però ricordato anche per i grandi campioni assenti:



Ronaldo, Rooney, Kakà e Messi...chiamate chi l'ha visto per favore!

E adesso loro, altri grandi assenti, se la ridono:



Finita la giostra calcistica, però, rimane un'Africa nera in preda ad una crisi storica, tra mille contraddizioni e tante speranze, espresse mirabilmente da queste foto:


il vecchio leader che sorride...

...i suoi "figli neri" che sembrano rispondergli con affetto e rispetto...


...la violenza, che continua a impazzare nei sobborghi mai ripuliti...

...sullo sfondo di un Paese che crede ancora agli stregoni!

E adesso?
E adesso è già iniziata la giostra mediatica di preparazione per Brazil 2014:


Con questa splendida ragazza carioca

che sembra dire, con tutta la sua malizia ed in lingua carioca:

"Tristeza, por favor vai embora"!

...e par farla veramente andar via questa tristezza non c'è altro modo che cliccare sul link qui di seguito che vi rimanda al video di Shakira, Waka Waka, inno alla gioia e canzone ufficiale dei Mondiali 2010 appena passati alla Storia: buon ascolto e buona visione:


Con la Grinta di sempre,

Gigi Mercogliano

mercoledì 7 luglio 2010

I due volti del "Bel Paese" sullo sfondo dell'era del decadimento sociale e politico

Sono i due volti dell'Italia di oggi. Da un lato quello dei salotti e dei soldi, fatti di lusso e sfarzo, donne e uomini elegantissimi e servitù al seguito. Dall'altro, quello triste e disperato della piazza, fatta di gente comune che fa fatica per arrivare alla metà del mese e che non vedrà mai il sole sorgere sul proprio penoso orizzonte.
Oggi, come ieri e come sempre da un anno e poco più a questa parte navigando in Facebook mi sono imbatutto in due fotografie che, se viste singolarmete e in due momenti diversi, non mi avrebbero spinto a fare queste riflessioni. Le ho notate, invece, a distanza di pochi minuti l'una dall'altra pubblicate ovviamente da due persone differenti che ho tra i miei contatti su quel portale. Le foto da loro pubblicate, guardate in successione a distanza di pochi istanti, involontariamente hanno "pittato" la realtà che vive questo paese povero e sconsolato, drammaticamente inserito in una spirale verticale di decadenza in caduta libera inarrestabile dalla quale sollevarsi sarà difficile, veramente.

La prima foto, tipica del "rivoluzionarismo facebookiano" che impazza praticamente da sempre, da quando Facebook ha fatto il suo esordio nella rete globale, ritrae un giovane con la faccia insaguinata. Ha appena ricevuto una manganellata in pieno volto da un poliziotto nel corso dei disordini di poco fa sotto Palazzo Grazioli a Roma per il corteo dei terremotati dell'Aquila. Vi propongo la foto, liberamente tratta da FB:


La seconda, di contro, ritrae la Presidentessa della Confindustria Italiana, Emma Marcegaglia, mentre viene "omaggiata" nella sede di un noto quotidiano di Napoli della "Poltrona Emma Marcegaglia", sedia "dirigenziale" fatta in suo onore da un artigiano napoletano che, alla presenza di autorità cittadine e nazionali, fa provare dinanzi ai giornalisti ed agli invitati la sua opera alla donna a cui lui stesso l'ha dedicata, simbolo del potere e dell'Italia che lavora e produce. Anche di questo "evento" vi propongo la foto liberamente tratta dal profilo di uno dei miei contatti in Facebook che l'ha pubblicata (quindi resa pubblica) poco fa:

 

Io così vedo il "Bel Paese"! Lo vedo, cioè, spaccato esattamente a metà: da un lato c'è l'Italia del potere, dei salotti, degli industriali che tentano attraverso la politica asservita, da destra a sinistra, di cancellare le regole, i diritti, lo stato sociale. L'Italia impegnata nel progetto di rendere tutti schiavi dell'istinto di sopravvivenza. L'Italia che "ce l'ha fatta", come dice Briatore. L'Italia che investe (con i soldi dei contribuenti!). L'Italia che produce. L'Italia che va in vacanza da luglio a settembre e scatena i giornali di gossip alla corsa alla "paparazzata vip". L'Italia che ha perso i mondiali e se ne frega, al caldo e al lusso del suo yacht milionario. L'Italia che ha paura di essere ascoltata, perchè ha evidentemente qualcosa da nascondere. L'Italia che governa i media, i tg locali e nazionali. L'Italia che ricostruisce L'Aquila, dopo una tragedia, anche se ci sono centinaia di Aquilani che sostengono di vivere ancora nei container.

Dall'altro, invece, c'è l'Italia che se la passa male. Quella di chi lavora, magari in un call center o in un fabbrica. Quella che ha difficoltà ad arrivare alla metà del mese. Quella che la manovra di Tremonti da 24 miliardi di euro la sentirà sulla propria pelle. Quella dei pensionati, magari residenti in Campania, dove Caldoro da poco insediato ha annunciato l'aumento delle addizionali irpef sui redditi da lavoro dipendente e da pensione Inps. Quella dei lavoratori precari, che aspettavano una stabilizzazione che non arriverà mai. Quella degli studenti universitari, che vedranno aumentarsi la retta perchè ci sono i tagli agli atenei. Quella degli invalidi, che dovranno fare a meno dell'assegno di invalidità se la loro percentuale è inferiore all'80%, perchè la finanziaria ha aumentato la soglia - prima fissata al 74% - per il diritto all'assegno di invalidità per farre cassa. L'Italia che non potrà mai permettersi alcuna poltrona, nemmeno quella vecchia di "Zia Titina", perchè mentre qualche anno fa la vecchia zia l'avrebe regalata volentieri, comprandone per se una nuova con un piccolo finanziamento da Findomestic, oggi la "Zia Titina" la poltrona vecchia la tiene per se, non la regala, perchè con la sua pensione non può comprarsela più neanche a rate. L'Italia che non potrà consolarsi per la sconfitta ai mondiali al sole della costa Toscana, perchè oltre a non avere i soldi per il lussuoso yahct del commissario tecnico Marcello Lippi, non ha nemmeno gli spiccioli per pagarsi un molto meno dispendioso canotto. Quella, in conclusione, che non potrà mostrare le sue "bellezze nude" al tele obbiettivo di un paparazzo, perchè oggi che è luglio vive anocora in un container nei dintorni de L'Aquila e, magari, poche ore fa è andato insieme al suo sindaco a protestare contro quell'Italia che sostiene che a L'Aquila è tutto risolto e invece non è vero...e magari si è beccata anche una bella manganellata in testa o sulle sue nudità molto meno volgari di quelle di qualche vip perchè vere e non rifatte!

Questo è il Paese come lo vedo io. E lo Stato che fa? Lo Stato difende se stesso, mandando i suoi "gendarmi" a presidiare le mura del palazzo. Come in questa foto che, mirabilmente, sintetizza l'immagine del potere assediato che si chiude a riccio per difendersi contro la folla che spinge:



Perdonatemi se, con scarso spirito democratico e poco rispetto delle Costituzione da più parti calpestata, dico che da questo Stato felicemente mi dissocio, nutrendo nei suoi confronti un evidente e giustificato "legittimo impedimento"!

Sarà possibile e per quanto tempo ancora gestire questo sistema che impazzisce sempre di più giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto?

Questa situazione mi fa pensare alle molteplici pellicole o immagini tratte dai libri di storia che raccontano della presa della Bastiglia, di cui tra qualche giorno ricorre l'anniversario:



In quella occasione, come tutti sanno, il Popolo stanco di soprusi e vessazioni e deciso a porre fine alla disparità sociale che vedeva - proprio come sta accadendo adesso - la società francese divisa esattamente a metà, con una nobilità ricca e agiata che si prendeva gioco dei cittadini affamati e poveri, decise di ribellarsi e con una rivoluzione ribaltò lo stato delle cose.

Cosa accadrà da noi, a distanza di più di 200 anni da quell'evento che comunque cambio radicalmente il mondo per gli anni a venire, non è facile da prevedere. Certo è che le immagini dei cittadini che asseidano il palazzo e vengono respinti a suon di manganellate ci devono far riflettere.

Ma chi dovrebbere davero riflettere è il potere "legalmente" costituito, cioè la politica che dovrebbe in qualche modo rappresentarci. La domanda è: non è forse giunto il momento di rendere più equa questa società palesemente sbilanciata a favore dei più forti?
La risposta, auspicabile, è si! Onde evitare che la "poltrona" resti tristemente e drammaticamente vuota...



...e questo, ahimè, potrebbe accadere quanto prima!


Con la grinta di sempre,

Gigi Mercogliano


La liberté guidant le peuple

Le rivoluzioni che, sino a noi,


avevano cambiato la faccia degli imperi

non avevano avuto per oggetto che un cambiamento

di dinastia o il passaggio del potere

da un uomo solo a più persone.

La Rivoluzione francese è la prima

che sia stata fondata sulla teoria dei diritti dell'umanità

e sui principi della giustizia.

Le altre rivoluzioni esigevano soltanto dell'ambizione;

la nostra impone delle virtù.


Maximilien Robespierre