"...Io appartengo al guerriero in cui la vecchia Via si è unita a quella nuova..."

lunedì 12 luglio 2010

Waka Waka e Vuvuzela: cosa resta di un mondiale? Fifa 2010 come l'ho visto io...

Questo Mondiale sudafricano l'ho vissuto in maniera distaccata. E non perchè l'Italia ha fatto la sua "bella figura", no di certo.
Il fatto è che, crescendo, cambiano tante cose e capita di renderti conto che ogni anno che viene non è mai come quello appena passato.
Gli ultimi mondiali che ho vissuto veramente con passione e trepidazione sono per me stati anche i primi mondiali della mia vita. Nell'82, infatti, ancora bambino avevo quella gioia tipica di quell'età e l'emozione di vedere vincere i miei colori nazionali al Santiago Benabeu fu tanta, così come grande è stata l'indifferenza per questa amara e prematura - benchè ampiamente prevista - eliminazione dai mondiali 2010 della nostra nazionale.

Che paradosso, se ci penso: i mondiali che più ho vissuto intensamente sono stati quelli di ventotto anni fa in Spagna e proprio agli spagnoli, 28 anni dopo, restituiamo questa coppa tanto ambita...


...e mentre Fabio alza la coppa per l'ultima volta prima di consegnarla agli spagnoli, io simbolicamente ieri sera ho restituito loro quella felicità che proprio dalla loro terra ebbi in dono come tutti noi nell'estate dell'82, proprio la sera dell'11 luglio, il giorno del mio compleanno!

Cosa resta, dunque, di un mondiale?
A noi italiani resta davvero ben poco. Mentre in terra sudafricana, infatti, andava in scena l'ennesimo atto del calcio moderno, fatto di tattiche e ben poche virtù non solo calcistiche, in terra italica andava in scena il solitono teatrino mediatico della politica, con i guai che sono sotto gli occhi di tutti, in un Paese che tanto bello più non è e che non fa altro che girare attorno ai problemi, senza affrontarli e senza risolverli mai.
Che tristezza!

Ma, tornando a questo mondiale - povero di contenuti calcistici se si pensa al fatto che le due finaliste hanno praticato un calcio pieno di tatticismi e privo di fantasia - qualcosa di buono da cui trarre spunti di riflessione l'ho comunque colto. Soprattutto negli scatti, liberamente tratti dalla rete.

Come quello che ritrae l'esultanza di Andres Iniesta, immortalato in questa foto mentre scarica tutta la sua "tensione mondiale" dedicando il gol che vale la finale all'amico e collega Daniel Jarque González, difensore dell'Espanyol scomparso prematuramente per un malore l'8 agosto del 2009:



A questa foto fanno eco tutte le immagini del meraviglioso pubblico africano, accorso numerosissimo al richiamo dello storico leader Nelson Mandela e sempre gioioso, pur nella sconfitta dei suoi "Bafana Bafana", fiero della propria storia e orgoglioso di ospitare il mondo intero nel proprio continente:

    

a questi amici africani va tutta la mia gratitudine per averci regalato un mondiale "colorato" e pieno di suoni e... vuvuzelas!

Ma questo mondiale sarà ricordato anche per una serie di cose importanti che sinteticamente voglio qui elencare.
Innanzitutto sarà ricordto per il pallone Jabulani, attorno al quale si è diramato il mito negativo delle "false traiettorie", chissà quanto messo in giro per verità e non per una geniale trovata commerciale:

Sta di fatto che questo mondiale sarà ricordato anche per le papare dei portieri, forse ingannati proprio dalle traiettorie imprevedibili di Jabulani? Su tutte, quella di Robert Green, portiere dei Boys di Fabio Capello, che attonito guarda infilarsi in rete il pallone del goal subito dagli Usa:



...e lo sguardo di Mr.Capello sembra dire "te lo do io sto Jabulani"!

Ma questo è stato anche il mondiale dei grandi ritorni.
Come quello del grande Diego Armando Maradona, "El pibe de oro", in veste di coach degli argentini:


Il Rosario nella mano come porta fortuna non ha funzionato contro i Panzer Tedeschi per Mr.Diego che avrà pensato:


"ah se potessi scendere in campo io con la mia 'mano de Dios'"!

E, rimandendo in tema di ironia, quella degli italiani pur nella sconfitta non è mancata per niente.


Questo gruppo di tifosi sugli spalti, infatti, sembra voler suggerire all'italia calcistica: "Ci rifaremo negli sport acquatici"! D'altro canto, non siamo forse noi il Paese dei poeti e dei naviganti?
E qualcuno, in barba ad un'intera nazione delusa ed ancora a sudare sui posti di lavoro e nelle fabbriche, sembra averli presi in parola:


Il Mondiale 2010 sarà però ricordato anche per i grandi campioni assenti:



Ronaldo, Rooney, Kakà e Messi...chiamate chi l'ha visto per favore!

E adesso loro, altri grandi assenti, se la ridono:



Finita la giostra calcistica, però, rimane un'Africa nera in preda ad una crisi storica, tra mille contraddizioni e tante speranze, espresse mirabilmente da queste foto:


il vecchio leader che sorride...

...i suoi "figli neri" che sembrano rispondergli con affetto e rispetto...


...la violenza, che continua a impazzare nei sobborghi mai ripuliti...

...sullo sfondo di un Paese che crede ancora agli stregoni!

E adesso?
E adesso è già iniziata la giostra mediatica di preparazione per Brazil 2014:


Con questa splendida ragazza carioca

che sembra dire, con tutta la sua malizia ed in lingua carioca:

"Tristeza, por favor vai embora"!

...e par farla veramente andar via questa tristezza non c'è altro modo che cliccare sul link qui di seguito che vi rimanda al video di Shakira, Waka Waka, inno alla gioia e canzone ufficiale dei Mondiali 2010 appena passati alla Storia: buon ascolto e buona visione:


Con la Grinta di sempre,

Gigi Mercogliano

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