"...Io appartengo al guerriero in cui la vecchia Via si è unita a quella nuova..."

martedì 24 gennaio 2012

"SFIGATO CHI NON SI LAUREA A 28 ANNI": PARLA COSI' CHI HA ALLE SPALLE IL PAPA', IL PARTITO O LA LOBBY E NON HA MAI SUDATO PER RAGGIUNGERE UN TRAGUARDO!

Io ho interrotto più volte la mia vita universitaria, sempre per lavorare.
Mi hanno insegnato ad essere indipendente fin da quando avevo 14 anni. Quindi, sicuramente sbagliando dal punto di vista del vice ministro del lavoro e delle politiche sociali Michel Martone e di chi la pensa come lui, mi sono rimboccato fin da subito le maniche e mi sono dato da fare.
Poi ho fatto, a differenza di tanti che lo hanno evitato perchè "figli di", il servizio militare. E vi garantisco che mi ha formato tanto e se oggi sono l'uomo che sono lo devo anche all'Arma dei Carabinieri.

Successivamente, ho inseguito il sogno di lavorare a tempo indeterminato in una redazione sacrificando gli esami in nome del "sogno". Ma, si sa, dal sogno ci si risveglia prima o poi e, sovente, il risveglio non è dei più gratificanti. Anche in quella circostanza, infatti, mi sono accorto che per fare il redattore a tempo indeterminato o sei un "figlio di" papà, partito, lobby e chi più ne ha più ne metta o sei capace di essere lo zerbino del direttore e del capo redattore, col rischio che dopo anni che ti calpestano comunque arrivi il "figlio di" che deve entrare al posto tuo perchè, mentre tu ti smazzavi ed inmparavi veramente il mestiere, lui aveva fatto grazie al papà, al partito, alla lobby o a chissà cosa'altro il master al Sole 24 ore, alla Luiss, alla Bocconi o in qualche altra Business School riservate a chi può permettersele e quindi era più preparato di te!

Detto ciò, senza mai aver abbassato la testa dinanzi a nessuno, nè in redazione nè altrove, sono finito solo grazie alle mie capacità in un call center, Almaviva Contact ex Cos ex Cos.Med, dove bestemmiano ancora oggi il manager che nel 2000 mi offrì il contratto a tempo indeterminato - uno degli ultimi a 8 ore nel mondo delle Telecomunicazioni - perchè da allora, grazie soltanto alle mie capacità, sono diventato un leader sindacale e, proclami a parte, il vero sindacato lo fanno quelli come me ogni giorno in trincea nei call center e anche altrove a gestire i guai che i "geni" usciti dalle Scuole di Alta formazione note al vice ministro e a quelli come lui fanno tutti i giorni per poi uscirsene con la solita scusa della crisi e dei mercati in contrazione. E anche nel sindacato - ambiente nel quale mi ci ritrovo nonostante tutto, al punto da sostenere che è "l'unico parrtito del quale da 10 anni mantengo costantemente la tesssera" - vige tristemente la regola del "figlio di"...anche se qui la categoria dei "figli di" assume anche altro tipo di connotazioni, derivando i "figli di" del sindacato da filiazione materna per così dire "da strada". A buon intenditor, poche parole!

Giusto per inciso, mi sono laureato nel 2010 lavorando e rappresentando quotidianamente i lavoratori mentre mia moglie - anch'essa laureata anche se da molto tempo prima di me, anch'essa dipendete di Almaviva e anch'essa con "due palle così" visto che ha rinunciato a fare l'avvocato per inseguire il suo sogno di fare la manager pur non riuscendoci per le ragioni sopra descritte - aspettava in quei mesi nostra figlia Carol, che è poi nata a marzo del 2011.

Io non mi sento affatto uno "sfigato" per il fatto di esseremi laureato a 37 anni suonati!
Nè sfigata è mia moglie che ha rinunciato a fare una professione sicuramente importante come quella legale per provare a fare la carriera aziendale. Non le è andata bene, certo, ma non è stata "pragmatica" come invita ad essere il vice ministro e non per questo è da condannare o considerare in negativo. Anzi, ci ha provato e ha dimostrato di avere coraggio.

Quello stesso coraggio che manca ai nostri "capitani di industria" che vengono fuori dalle scuole di alta formazione tanto care al vive ministro che da una di quelle scuole proviene. Anche perchè non ci vuole coraggio a mandare in mobilità migliaia di lavoratori per essere "pragmatici", atteggiamento caramente descritto dal vice ministro. Ci vuole tanto coraggio e capacità invece a non licenziare e a tenere in piedi le imprese, nonostante la crisi.
Così come non serve coraggio a dire che l'art. 18 va abolito e che occorre maggiore flessibilità. Ci vuole invece coraggio e "coglioni" a dire alle imprese e alle banche che il lavoro è un diritto e non si tocca e che i governi, per essere autorevoli e responsabili, possono anche chiedere sacrifici ma devono, nel contempo, proporre soluzioni coraggiose e concrete e non riproporre idee scontate e banali come l'abolizione dell'art. 18 che non cambierebbero nei fatti nulla, se non nel concedere alle imprese il privilegio di buttare per la strada migliaia di giovani e lavoratori che si aggiungerebbero a quelli che già sono per strada.

Di questi "giovanotti", che si riempiono la bocca di proclami ma che non si sono sudati mai nulla nella loro esistenza, sulla amia strada ne incontro tanti, quotidianamente. E non mi piace per niente il mondo che hanno in mente!

In conclusione, suggerisco ai giovani di oggi di non perdere tempo all'Università perchè altrimenti serve a poco o a niente. Anche se in questo paese sgangherato una laurea che valga veramente la devi pagare fior di quattrini e non tutti, cari amici, hanno le possibilità dei "figli di" per pagarsi corsi da migliaia di euro all'anno alla Luiss, alla Bocconi o da qualche altra parte dove si sfornano talenti, certo, ma nella maggior parte dei casi senza anima, senza grinta e senza palle e con il papà, il partito o la lobby alle spalle a garantirgli l'apertura di ogni porta e la copertura economica per ogni loro progetto!

Con la Grinta di Sempre,

Gigi Mercogliano

martedì 17 gennaio 2012

Notte di roghi a Napoli - quartiere Soccavo - area Flegrea

Notte di roghi a Soccavo. Ma i vigili urbani sono troppo impegnati a presidiare le ztl del centro storico per pianificare pattugliamenti alla ricerca di chi sversa rifiuti ovunque e, non soddisfatto, poi gli da pure fuoco. Il tutto senza che i giornalisti di strada, troppo indaffarati a "scovare" le auto blu di De Magistris in sosta vietata, scrivano una sola riga su questo fenomeno che dura ormai da sempre. La Regione, che ve lo dico a fare, di tutto questo se ne fotte perché al Comune non ci sta la destra. E il risultato e' che in questa città l'aria e' sempre più putrida e i cittadini devono vivere barricati in casa sperando che l'aria tossica piena di diossina e veleni non penetri lo stesso all'interno degli appartamenti. Come e' bella la mia città, come e' bello vivere a Napoli!