"...Io appartengo al guerriero in cui la vecchia Via si è unita a quella nuova..."

giovedì 14 ottobre 2010

VIVA LO MINEROS LIBRES!

Cile. Miniera di San Josè. Copiago. Sono liberi! Anche l'ultimo degli "eroi" pochi minuti fa è stato riportato in superfice e in tutto il mondo - sono le 02.57 ora italiana - la notte e i giorni a seguire saranno caratterizzati dal rincorresi frenetico delle agenzie. In tutto il Cile si festeggia e ci si commuove mentre tutti uniti insieme al loro Presidente Sebastian Pinera i cileni di ogni parte del Paese si stringono idealmente nel liberatorio canto dell'Inno nazionale cileno. E' un'emozione forte, anche per chi la vive in diretta tv a migliaia di chilometri di distanza e prova umilmente a descriverla.
Nessuno ci sperava più e invece ad uno ad uno i 33 "mineros" sepolti da agosto sotto il suolo cileno sono ritornati alla luce, restituiti come doni di Dio alle loro famiglie in angoscia e trepidazione per il destino dei loro cari.
Trentatrè, come gli anni di Gesù Cristo nel momento del suo "Sacrificio di Passione". Gesù - figlio di quel Dio che non ha mai abbandonato l'America Latina e verso il quale credenti e non credenti di ogni parte del continente Sud Americano nutrono un profondo rispetto - al quale paiono avvicinarsi i tratti sofferenti e sporchi di alcuni di loro, ritratti in queste ultime settimane da decine e decine di siti web e giornali che ne stanno raccontando la triste e tragica vicenda che si è finalmente conclusa positivamente.
L'uomo, nel momento del dramma, quando la morte beffarda si avvicina e ti respira sempre più forte sul collo, pare assomigliare sempre più al viandante, al mendicante, al bisognoso e sofferente, anche nei tratti somatici.
Che si creda oppure no in quel "Dios bueno y misericordioso" come lo chiamano un pò tutti da quelle parti, l'uomo nel momento del trapasso pare assomigliare al Suo figlio sceso in terra e morto per noi, come dice la Chiesa Cattolica, evidenziandone il profondo significato escatologico alla base della vita stessa cattolicamente intesa.
Che sia così o no, che si creda in Dio oppure che si abbia una visione atea dell'esistenza terrena, è innegabile il trasporto dei sentimenti che in questi mesi ha coinvolto il Mondo intero attorno ad una vicenda che richiama a tante altre considerazioni. La prima, lo sfruttamento del lavoro, in ogni parte del mondo e con le stesse modalità che ci si trovi in Cile, negli USA, in Asia e finanche in Europa. Anche nel vecchio continente, infatti, nonostante l'avanzamento della cultura e dello stile di vita possa far pensare diversamente, si muore ancora di lavoro e la causa prima di questo è lo sfruttamento che del lavoro fanno molte imprese anche e soprattutto nel nostro paese.
La seconda riflessione ci porta lontano da casa, a Bruxelles, a Kyoto, a Washington, a Roma, a Copenhagen e allo stesso tempo ci avvicina drammaticamente a casa nostra, al vicolo sotto il balcone, alla striscia di fumo nero che si vede all'alba ogni mattina come una "signora morte" che alita sulle nostre teste, ai roghi ed alle disacariche a cielo aperto. E questa riflessione ci porta alla domanda che vorremmo porre ai potenti della Terra: quanto ancora pensate di poter sfruttare l'eco-equilibrio già precario di questo nostro martoriato mondo? Quanti miniere devono ancora franare sopra le teste di altri poveri disperati per consentire alle vostre economie di beneficiare delle risorse minerarie del sottosuolo, utili soltanto all'avanzamento dei vostri business fatti su circuiti industriali superati che vi ostinate a voler riproporre nonostante la teconologia li abbia già decretati come vecchi? Uno su tutti? Il petrolio. Quanti altri disastri ambientali come quello della BP nel Golfo del Messico dovremo pagare e dovranno pagare per decenni a venire i nostri figli prima che vi rendiate conto che questo mondo malato è lo stesso mondo nel quale giocano, vivono e respirano, mangiano e bevono, corrono e crescono anche i vostri figli?
Ai posteri l'ardua sentenza.

Voglio concludere con un'ultima riflessione che mi è subito balzata alla mente la prima volta che ho visto una foto dei 33 "mineros" intrappolati nelle viscere della Terra Cilena da mesi.
Le foto che seguono stanno facendo il giro del Mondo e tante altre ancora ne verranno scattate e verranno linkate nei siti online di tutti i network e i media della Terra.





Ma ce n'è una in particolare che mi ha colpito e mi ha fatto pensare ad un'altra foto storica. Era il 1960, il 5 marzo, quando nel bel mezzo della rivoluzione Cubana un altro "Hijo de Dios", figlio di un'altra parte storica dell'America Latina straziata e vilipesa, Ernesto Guevara ricordato col soprannome di "Che" veniva immortalato dall'abilità di Alberto Korda nella celebre foto denominata "Guerrillero Heroico", divenuta successivamente un'icona della mobilitazione giovanile e della rivoluzione in tutto il mondo e ancor oggi considerata un simbolo della lotta al capitalismo mondiale.


Ebbene, a mio avviso non è un caso che a distanza di oltre cinquant'anni da quel giorno un altro figlio dell'America Latina sfruttata e vilipesa doni al mondo il suo volto ritratto nella foto che segue in tutta la sua drammatica bellezza.


Quessta foto è destinata ad ergersi come simbolo dello sfruttamento mondiale dei lavoratori e a divenire un'icona della lotta per un Mondo più giusto ed un'economia ambientale più sostenibile e rispettosa della vita del Pianeta per gli anni a seguire!

W LOS MINEROS LIBRES, W CILE, W CUBA, W LA LUCHA POR LA LIBERTAD!

Con la Grinta di Sempre,

Gigi Mercogliano

martedì 12 ottobre 2010

LE FOTO DI LUBU...COME SEMPRE LE PIU' BELLE!

Come vi avevo annunciato, le foto del nosto amico e collega LU.BU. sono sempre le più belle, intense e significative.

Buona visione!





C'è una parte d'Italia fatta di giovani, pensionati, precari, mamme, donne, figli, lavoratrici, lavoratori, persone per bene che sta con UIL e CISL...siamo in tanti e non ci faremo intimidire da nessuno!

domenica 10 ottobre 2010

MANIFESTAZIONE NAZIONALE CISL E UIL, ROMA 9 OTTOBRE 2010: IN 54 SCATTI LA PARTECIPAZIONE DELLA UILCOM CAMPANIA ALLA GRANDE FESTA DEMOCRATICA DEL SINDACATO ITALIANO!

E' la cronistoria "parziale" di una bella giornata di passione e partecipazione. Parziale perchè avrei voluto rapire con gli scatti della mia Nikon tanti altri momenti, ma la stanchezza me lo ha impedito. Specialmente sulla via del ritorno! Ci penserà il nostro amico e collega Gigi Buonincontro a fornirci tanti altri scatti molto più belli dei miei sull'intero evento, visto che da abile "fotoreporter" è riuscito a salire addirittura sul palco mentre parlava Luigi Angeletti, il nostro Segretario Generale Uil!

E' la testimonianza del nostro impegno e della nostra voglia di militare, partecipare, sentirci vivi. E' la riprova che in questo Paese, nonostante tutto, c'è ancora una generazione giovane che ha voglia di scendere in piazza e non si rintana nel guscio ovattato del presunto benessere sociale nel quale la società contemporanea tenta ostinatemante di circoscriverci tutti con ogni suo subliminare messaggio, anche se - ed è il caso dei veri lavoratori italiani - nel benessere in fin dei conti non viviamo!

Per alcuni rimarrà solo una giornata di svago dalla routine quotidiana di una vita passata a confrontarsi tutti i giorni con i problemi e con lo stress. Per altri, è stato l'ennesimo tassello da ascrivere sul proprio palmares di battaglie e partecipazione sociale.

Per tutti, rimarrà semplicemnte una bellissima giornata di ottobre passata in allegria, in amicizia, in compagnia dei giovani e dei meno giovani della Uilcom Campania tutti insieme uniti nel grido:

NOI NON MOLLIAMO!

Buona visione a tutti Voi!

Con la Grinta di Sempre,

Gigi Mercogliano