"...Io appartengo al guerriero in cui la vecchia Via si è unita a quella nuova..."

mercoledì 7 luglio 2010

I due volti del "Bel Paese" sullo sfondo dell'era del decadimento sociale e politico

Sono i due volti dell'Italia di oggi. Da un lato quello dei salotti e dei soldi, fatti di lusso e sfarzo, donne e uomini elegantissimi e servitù al seguito. Dall'altro, quello triste e disperato della piazza, fatta di gente comune che fa fatica per arrivare alla metà del mese e che non vedrà mai il sole sorgere sul proprio penoso orizzonte.
Oggi, come ieri e come sempre da un anno e poco più a questa parte navigando in Facebook mi sono imbatutto in due fotografie che, se viste singolarmete e in due momenti diversi, non mi avrebbero spinto a fare queste riflessioni. Le ho notate, invece, a distanza di pochi minuti l'una dall'altra pubblicate ovviamente da due persone differenti che ho tra i miei contatti su quel portale. Le foto da loro pubblicate, guardate in successione a distanza di pochi istanti, involontariamente hanno "pittato" la realtà che vive questo paese povero e sconsolato, drammaticamente inserito in una spirale verticale di decadenza in caduta libera inarrestabile dalla quale sollevarsi sarà difficile, veramente.

La prima foto, tipica del "rivoluzionarismo facebookiano" che impazza praticamente da sempre, da quando Facebook ha fatto il suo esordio nella rete globale, ritrae un giovane con la faccia insaguinata. Ha appena ricevuto una manganellata in pieno volto da un poliziotto nel corso dei disordini di poco fa sotto Palazzo Grazioli a Roma per il corteo dei terremotati dell'Aquila. Vi propongo la foto, liberamente tratta da FB:


La seconda, di contro, ritrae la Presidentessa della Confindustria Italiana, Emma Marcegaglia, mentre viene "omaggiata" nella sede di un noto quotidiano di Napoli della "Poltrona Emma Marcegaglia", sedia "dirigenziale" fatta in suo onore da un artigiano napoletano che, alla presenza di autorità cittadine e nazionali, fa provare dinanzi ai giornalisti ed agli invitati la sua opera alla donna a cui lui stesso l'ha dedicata, simbolo del potere e dell'Italia che lavora e produce. Anche di questo "evento" vi propongo la foto liberamente tratta dal profilo di uno dei miei contatti in Facebook che l'ha pubblicata (quindi resa pubblica) poco fa:

 

Io così vedo il "Bel Paese"! Lo vedo, cioè, spaccato esattamente a metà: da un lato c'è l'Italia del potere, dei salotti, degli industriali che tentano attraverso la politica asservita, da destra a sinistra, di cancellare le regole, i diritti, lo stato sociale. L'Italia impegnata nel progetto di rendere tutti schiavi dell'istinto di sopravvivenza. L'Italia che "ce l'ha fatta", come dice Briatore. L'Italia che investe (con i soldi dei contribuenti!). L'Italia che produce. L'Italia che va in vacanza da luglio a settembre e scatena i giornali di gossip alla corsa alla "paparazzata vip". L'Italia che ha perso i mondiali e se ne frega, al caldo e al lusso del suo yacht milionario. L'Italia che ha paura di essere ascoltata, perchè ha evidentemente qualcosa da nascondere. L'Italia che governa i media, i tg locali e nazionali. L'Italia che ricostruisce L'Aquila, dopo una tragedia, anche se ci sono centinaia di Aquilani che sostengono di vivere ancora nei container.

Dall'altro, invece, c'è l'Italia che se la passa male. Quella di chi lavora, magari in un call center o in un fabbrica. Quella che ha difficoltà ad arrivare alla metà del mese. Quella che la manovra di Tremonti da 24 miliardi di euro la sentirà sulla propria pelle. Quella dei pensionati, magari residenti in Campania, dove Caldoro da poco insediato ha annunciato l'aumento delle addizionali irpef sui redditi da lavoro dipendente e da pensione Inps. Quella dei lavoratori precari, che aspettavano una stabilizzazione che non arriverà mai. Quella degli studenti universitari, che vedranno aumentarsi la retta perchè ci sono i tagli agli atenei. Quella degli invalidi, che dovranno fare a meno dell'assegno di invalidità se la loro percentuale è inferiore all'80%, perchè la finanziaria ha aumentato la soglia - prima fissata al 74% - per il diritto all'assegno di invalidità per farre cassa. L'Italia che non potrà mai permettersi alcuna poltrona, nemmeno quella vecchia di "Zia Titina", perchè mentre qualche anno fa la vecchia zia l'avrebe regalata volentieri, comprandone per se una nuova con un piccolo finanziamento da Findomestic, oggi la "Zia Titina" la poltrona vecchia la tiene per se, non la regala, perchè con la sua pensione non può comprarsela più neanche a rate. L'Italia che non potrà consolarsi per la sconfitta ai mondiali al sole della costa Toscana, perchè oltre a non avere i soldi per il lussuoso yahct del commissario tecnico Marcello Lippi, non ha nemmeno gli spiccioli per pagarsi un molto meno dispendioso canotto. Quella, in conclusione, che non potrà mostrare le sue "bellezze nude" al tele obbiettivo di un paparazzo, perchè oggi che è luglio vive anocora in un container nei dintorni de L'Aquila e, magari, poche ore fa è andato insieme al suo sindaco a protestare contro quell'Italia che sostiene che a L'Aquila è tutto risolto e invece non è vero...e magari si è beccata anche una bella manganellata in testa o sulle sue nudità molto meno volgari di quelle di qualche vip perchè vere e non rifatte!

Questo è il Paese come lo vedo io. E lo Stato che fa? Lo Stato difende se stesso, mandando i suoi "gendarmi" a presidiare le mura del palazzo. Come in questa foto che, mirabilmente, sintetizza l'immagine del potere assediato che si chiude a riccio per difendersi contro la folla che spinge:



Perdonatemi se, con scarso spirito democratico e poco rispetto delle Costituzione da più parti calpestata, dico che da questo Stato felicemente mi dissocio, nutrendo nei suoi confronti un evidente e giustificato "legittimo impedimento"!

Sarà possibile e per quanto tempo ancora gestire questo sistema che impazzisce sempre di più giorno dopo giorno, ora dopo ora, minuto dopo minuto?

Questa situazione mi fa pensare alle molteplici pellicole o immagini tratte dai libri di storia che raccontano della presa della Bastiglia, di cui tra qualche giorno ricorre l'anniversario:



In quella occasione, come tutti sanno, il Popolo stanco di soprusi e vessazioni e deciso a porre fine alla disparità sociale che vedeva - proprio come sta accadendo adesso - la società francese divisa esattamente a metà, con una nobilità ricca e agiata che si prendeva gioco dei cittadini affamati e poveri, decise di ribellarsi e con una rivoluzione ribaltò lo stato delle cose.

Cosa accadrà da noi, a distanza di più di 200 anni da quell'evento che comunque cambio radicalmente il mondo per gli anni a venire, non è facile da prevedere. Certo è che le immagini dei cittadini che asseidano il palazzo e vengono respinti a suon di manganellate ci devono far riflettere.

Ma chi dovrebbere davero riflettere è il potere "legalmente" costituito, cioè la politica che dovrebbe in qualche modo rappresentarci. La domanda è: non è forse giunto il momento di rendere più equa questa società palesemente sbilanciata a favore dei più forti?
La risposta, auspicabile, è si! Onde evitare che la "poltrona" resti tristemente e drammaticamente vuota...



...e questo, ahimè, potrebbe accadere quanto prima!


Con la grinta di sempre,

Gigi Mercogliano


La liberté guidant le peuple

Le rivoluzioni che, sino a noi,


avevano cambiato la faccia degli imperi

non avevano avuto per oggetto che un cambiamento

di dinastia o il passaggio del potere

da un uomo solo a più persone.

La Rivoluzione francese è la prima

che sia stata fondata sulla teoria dei diritti dell'umanità

e sui principi della giustizia.

Le altre rivoluzioni esigevano soltanto dell'ambizione;

la nostra impone delle virtù.


Maximilien Robespierre

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