"...Io appartengo al guerriero in cui la vecchia Via si è unita a quella nuova..."

giovedì 25 febbraio 2010

Perchè "mentecuorepassione", perchè l'idea di un blog...

Quando approcciai qualche anno fa al fenomeno dei "blog" lo feci, a dire il vero, senza la benché minima cognizione di cosa fosse veramente un blog. E, tanto per esser chiari ed onesti fino in fondo, ancora oggi mentre mi appresto a scrivere il mio primo post sul mio blog "nuovo di zecca", non so in realtà fino in fondo che cosa sia davvero un blog.

Ma in verità poco me ne importa. Di fatti, quello che cerco da questa nuova esperienza alla quale mi accosto ufficialmente oggi, senza nemmeno esser sicuro che qualcuno mai (a parte mia moglie) leggerà quanto sto scrivendo adesso, è una piccola tribuna per postare le mie idee, scrivere le mie sensazioni, condividere (con pochi, molti o nessuno non lo so, ma non fa testo!) i miei umori e scrivere i miei commenti...in una parola, dire semplicemente quello che penso!
E non è poi, in fin dei conti, proprio questo lo spirito con cui nasce l'idea dei blog, quella cioè di condividere idee, contenuti on line, progetti di alcun genere e filone culturale o politico che dir si voglia con amici, parenti, conoscenti o, più in generale, con il mondo intero o, addirittura, ancor più semplicemente avere un proprio diario ove annotare le cose della propria vita? Io penso proprio di si.
Ma c'è dell'altro.
Tempo addietro, iniziai ad entrare nel mondo del lavoro attraverso il giornalismo. Ero all'università e frequentavo i movimenti giovanili che, nel tracollo culturale degli anni '90, imperversavano in maniera scomposta e disorganizzata negli atenei italiani mischiandosi affannosamente a generi musicali "tardo sessantottini" riattualizzati e "new age" ciellina riveduta e corretta in chiave berlusconista. In tutto questo marasma, fui coinvolto un pò per gioco e un pò per caso in un progetto editoriale locale. Un noto giornale, da poco riscoperto alla virtù delle cronache regionali, pensò di offrirci lo spazio denominato "pagina universitaria", da noi ribattezzato poi "Speciale Università". Fu così che iniziai una collaborazione fatta di impegno quotidiano in facoltà per recuperare notizie utili e bisettimanale in redazione per comporre poi la pagina di informazione. Ne nacque un laboratorio culturale interessante che ebbe vita per circa un anno, o forse più e che aggregò attorno a questo progetto una bella pattuglia di giovani aspiranti redattori e che consentì alla redazione del giornale di accrescere la sua diffusione in ambito universitario. La nostra pagina settimanale, infatti, aveva l'arduo compito di tenere unite destra e sinistra all'interno di un progetto trasparente ed aperto a tutti, nel quale i movimenti giovanili si riconoscessero e riconoscessero anche la bontà dell'esperimento proprio per il fatto che lo spazio o il cosiddetto "diritto di tribuna" era garantito a tutti in quanto all'interno stesso del laboratorio redazionale erano rappresentati tutti. Adesso vi posso anche svelare il nome del giornale. Si trattava del quotidiano "ROMA", la cui edizione locale era edita da "Il Giornale di Napoli" il cui direttore all'epoca ('96/'98) era il collega Genny Sangiuliano e il caporedattore Antonio Sasso.
Quella esperienza, come detto, durò il tempo di un anno accademico, o poco più. Di quella vicenda professionale - a parte il ricordo dell'anno di "gavetta" vissuto spalla a spalla con colleghi esperti e "anziani" come Rodrigo Rodriguez e Antonio Sasso, dai quali ho imparato molto - non mi rimane granché. Successivamente, infatti, non sono riuscito a capitalizzare l'anno di lavoro redazionale al "ROMA", a differenza di qualche altro che invece oggi lavora ancora nel mondo della stampa napoletana. Riuscii però a conseguire l'iscrizione all'Albo dei Giornalisti come pubblicista. Qualche collaborazione saltuaria negli anni a venire ci fu, si, ma nulla di concreto tale da consolidarmi nel settore e permettermi di ottenere un contratto, ad esempio, "articolo 1" o addirittura un'assunzione.

Successivamente, rispondendo ad un annuncio di lavoro, mi sono ritrovato mio malgrado a lavorare in un call center. Secondo voi potevo mai entrare, però, in un contesto aziendale forte, serio e ben affermato? Certamente no. La mia vita è stata tutta caratterizzata da lunghe e irte salite. Nonostante questo, le salite non hanno contribuito a "snellire" la mia forma fisica che, al contrario, è sempre "cresciuta a dismisura" negli anni fino a raggiungere la fatidica soglia dei 168 kg! Oggi ne peso qualcuno in meno, ma sempre tanti!

Nel mio lavoro di operatore di call center con un passato da giornalista mi sono subito dedicato all'attività sindacale. E' da qui che nasce il mio impegno quotidiano e la mia attività odierna. Dopo anni di lavoro in cuffia e di elezioni Rsu sempre vinte, con ottimi risultati personali e grandi soddisfazioni, sono stato aggregato alla segreteria regionale della Uilcom-Uil Campania e, vista la mia esperienza di call center, mi occupo adesso di tutte quelle aziende come Almaviva (della quale, peraltro, sono ancora dipendente) che operano nel segmento dell'outsourcing, nel quale cioè aziende come Vodafone, Fastweb, Wind, Tim, Tre ed altre grosse realtà della telefonia mobile e fissa del Paese individuano altre società denominate appunto ousourcer che gestiscono per conto loro i relativi customer service. Il vantaggio per i grossi gestori sta nell'abbattimento dei costi della manodopera. Per gli outsourcer, invece, il vantaggio è fare del core business altrui una propria fonte di guiadagno, con organigrammi aziendali e strutture del lavoro "leggere", allegerite cioè di una serie di costi pesanti per la natura stessa di società di servizi che caratterizza i principali competitor nel mondo dell'outsourcing.

L'esigenza di avere un blog nasce, quindi, dalla volontà di coniugare le mie due passioni: quella di scrivere, che mi proviene dalla mia cultura classica e dall'aver, seppure per poco, lavorato nel mondo del Giornalismo e quella di rappresentare i bisogni dei più disagiati e socialmente esposti, che mi deriva dalla mia condizione di giovane sindacalista impegnato col binomio "mente e cuore" in un settore così precario e commercialmente instabile quale è sicuramente il mondo dei call center.

Da queste pagine non vi aspettate altro, "o voi che entrate", direbbe il Sommo.

Quindi, se vi va, iniziamo da qui. E vediamo insieme dove ci portano "mente, cuore e passione".

Con la grinta di sempre,

Gigi Mercogliano

2 commenti:

  1. innanzitutto auguro vita lunga a questo blog.....e che sia davvero testimonianza di cio' che ti ha sempre contraddistinto nella vita...mente cuore e passione.sonia

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  2. Vorrei dirti che sono piacevolmente stupito di vederti su di un blog, ma francamente posso dire solo ke mi fa piacere. Non sono stupito. Malgrado il nostro essere diplomatici, il fare buon viso a cattivo gioco, la nostra pazienza che spesso viene messa a dura prova, il nostro IO ha bisogno, di quando in quando, di urlare. Che sia un urlo sottovoce, pacato o sguaiato che venga dalla Mente dal Cuore o dallo stomaco nn importa, la nostra anima ce ne sarà grata e io dico che l'anima di un uomo è composta da Mente, Cuore e Passione.

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